E se cambiassi lavoro?
“La vita è troppo breve per fare un lavoro che non ti piace”.
Mi ha colpito il motto del primo Escape Tribe italiano, un incontro in cui si parlerà di come rimettersi in gioco per trovare o creare il lavoro che piace.
Ti pare assurdo?
Forse lo è, eppure ultimamente le notifiche di LinkedIn che mi annunciano che qualcuno ha cambiato ruolo superano di gran lunga quelle degli anniversari lavorativi.
Che sia arrivata l’epoca del rinnovamento?
Dopo la grande paura della crisi, che ci ha tenuti incollati alle nostre scrivanie per non “perdere il posto fisso”, ora si fa strada una consapevolezza: quella di non voler arrivare al termine della nostra esistenza senza aver provato a fare quello che ci piace, a mettere a frutto i nostri talenti, a dare il nostro contributo unico e irripetibile.
Ma il lavoro non deve piacere, il lavoro è sudore e fatica, giusto?
NO! Non è così, almeno non per tutti.
Se sei una persona che vive di passioni, di ideali e di valori probabilmente per te non è così.
Se sei una persona che respira la vita a pieni polmoni assaporandola fino in fondo può essere che lo stipendio a fine mese non ti basti.
Se sei uno che si chiede:
“Per cosa mi ricorderanno quelli che mi hanno conosciuto?”
o semplicemente se sei uno che il bicchiere lo vede mezzo pieno, ma se non è così si fa su le maniche e lo riempie, anche tu sei aperto al cambiamento.
E cosa cerca chi si butta in una nuova avventura perché vuole essere più felice e realizzato?
Nulla che non si possa trovare in ogni lavoro e in ogni azienda ben organizzata!
Per essere soddisfatti abbiamo bisogno di uno stipendio che ci permetta una vita serena, di fare parte di un progetto più grande di noi che capiamo e condividiamo, di sentirci utili e di poter crescere.
Niente di difficile, vero?
Certo, è semplice se si lavora in un’organizzazione che comunica le decisioni, condivide gli obiettivi, chiarisce i ruoli e riconosce il contributo dei singoli. In poche parole se si lavora in un’azienda che comunica.
Ho intorno a me persone che svolgono i lavori più diversi e che si sentono soddisfatte. Sapete da cosa le riconosco? Dal sorriso.
E ci sono persone che hanno ottime posizioni ma la domenica sera sono già tristi al pensiero di dover spendere un’altra settimana in un posto che li svuota.
Tu di quale gruppo fai parte?